Servo leale di Kilgore, unico vero Colonnello
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Tutto fu perduto: Sigmar e Archaon continuano a scambiarsi colpi nell'eterno duello finale, ma presto il Vecchio Mondo cedette interamente sotto l’influsso del Caos ....
Impero, capitale Altdorf
Jacobin si tenette stretto alla scaletta di corda mentre il vento impetuoso lo sbatacchiava contro la cupola di cristallo. Si trovava sulla torre più alta del Collegio Celestiale. Il suo ruolo di accolito prevedeva di arrampicarsi sopra le cupole di cristallo che sovrastavano le 46 torri del Collegio per pulirle a dovere. Ovviamente a Jacobin sfuggiva il senso di tutto ciò poiché il cielo era oscurato da nuvole violacee da diverse settimane e non era possibile scrutare gli astri. Il suo Maestro, Hildegart Niederthaler, ex Supremo Celestiale, farneticava da più di un anno sulla fine del mondo. Quanto gli altri Maestri lo avevano destituito per presunta mancanza di senno, Hildegart se l'era presa con gli accoliti, gli unici costretti dal Voto d'Obbedienza dell'Ordine Celestiale a seguire le volontà del proprio Maestro. Jacobin cominciò a spazzare la cupola dal guano di grifone e di piccione, mentre la scaletta oscillava pericolosamente. Era consapevole che se fosse scivolato gli incantesimi protettivi del Collegio avrebbero rallentato la caduta e fatto scendere dolcemente, ma non voleva rischiare; infatti da una settimana il Vento di Azyr era praticamente scomparso. Svanito. Prosciugato. Jacobin non si era mai sentito così impotente. L'arrivo delle notizie di guerra su a Nord si erano interrotte e nessuno conosceva più il destino dell'Impero. Che Myrmidia ci salvi! Jacobin scrutò la città di Altdorf ai suoi piedi. La pestilenza decimava la popolazione di donne, vecchi e bambini. L'acqua non si poteva più bere, dichiarata avvelenata dal Borgomastro da due giorni. I mercanti fuggivano verso sud, anche se le nubi sembravano addensarsi anche in quella direzione già da diverso tempo. I Nani non uscivano dai cunicoli se non per chiedere ulteriori rinforzi dalla milizia cittadina per combattere non si sa quale nemico. Gli Elfi erano partiti tutti. I mezzuomini arruolati. Cosa c'era da guardare? Cosa osservare? Edifici in rovina? Abbandonati e vuoti? Bruciati più o meno recentemente? Lo stesso Palazzo Imperiale non splendeva più. D'altronde il sole non si vedeva da diverso tempo. Cosa guardare? Jacobin venne distratto da una luce intesa verdastra che andava ad aumentare oltre le nubi violacee sopra la città. Possibile che Morrislieb, la luna verde, si facesse vedere proprio in questo momento? L'accolito calcolò mentalmente l'ora presunta e valutò le varie possibilità. Improvvisamente un frammento infuocato, grande come una montagna, apparve dalle nubi e sorvolò la città facendo tremare le pietre e incrinare i muri. Varie cupole scoppiarono come palloncini nelle fiere estive cittadine. Jacobin venne strappato quasi dalla scaletta di corda. Proseguì il suo volo verso sud, senza far presagire uno schianto in prossimità. Ora sapeva cosa poteva guardare, cosa osservare da lassù. Si era guadagnato un posto in prima fila per un bello schianto astrale. Tanto materiale da studiare, tante ricerche da intraprendere. Finalmente sarebbe uscito da questo Collegio. Sarebbe potuto, magari, andare a trovare la sua famiglia. Jacob pensò a sua madre, lasciata tanti anni addietro per intraprendere la strada per diventare un mago. Pensò a suo padre, quel gran figl...
.... e il Pianeta venne del tutto consumato dai poteri del Caos. In pochi istanti, o forse nello spazio di un’eternità, tutto fu distrutto, corrotto e infine polverizzato.
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