Alanera: black library in Italiano

Storia dei miei ordini

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    Ho finito qualche giorno fa di leggere Falsi Dei di Graham McNeill. Come arrivato letto, l'ho letto in un giorno troppa era l'attesa del seguito della fu edizione mondadori.
    Tale attesa ha causato in me un mix di sentimenti di non facile risoluzione. Dopo qualche giorno però è più semplice parlarne.

    A differenza del primo, il punto di vista del narratore ogni tanto cambia. Principalmente si avrà Garviel Loken come voce narrante, ma non mancheranno sorprese. I personaggi sulla scena sono molto più vari, di ben 4 legioni diverse, soprattutto andando verso il finale.

    La sinossi è molto semplice, Horus ferito a morte dalla spada precedentemente rubata, viene riportato in vita su Davin grazie ad un patto con gli dei del caos. Tale incidente è orchestrato da Erebus. La figura di Horus è talmente beneamata fra la truppa che tali eventi alimenteranno sentimenti opposti tra gli ex-lupi della luna.

    Detto questo, tale narrazione è possibile perchè ai personaggi è ignoto il concetto di caos, pure i primarchi come Horus, non sembrano aver chiaro cosa si estenda al di là del piano reale (magnus stesso va un po' a tentoni) né l'identità dei 4 dei del caos è manifesta a tutti. Per tale motivo all'inizio, il racconto del libro mi è parso un filo stucchevole, così come i binari sui quali passano le azioni a volte mi paiono un filo forzati (in certi punti le azioni degli stoici SM sono veramente troppo emotive) e ciò incrina quello che è il mio giudizio di plausibilità della lore. Credo che il votarsi al caos di Horus sarebbe potuto essere raccontato un po' meglio e il malessere verso l'imperatore introdotto un po' prima. Il racconto serve anche per introdurre personaggi che più avanti avranno ruoli importanti (tipo il capo apotecario Fabius). C'è da dire che se si fosse voluta un attenta analisi psicologica dei personaggi, quest'opera avrebbe dovuto superare le 900 pagine, per cui ad una certa è anche bene che abbiano tagliato corto anche a costo di risultare, per l'appunto stucchevoli.

    Per cui l'interesse del libro non sta tanto sul perchè Horus si sia votato al caos (già lo sappiamo, questioni di marketing) ma come, e nella sua descrizione il libro è tremendamente funzionale, a costo di una leggera noia nel ritmo. E se gli stoici SM sono in preda all'emotività, beh i personaggi umani portano brio ed interesse, freschezza e dinamismo a tutta la narrazione, ed è nei confronti di essi, che la natura malefica di Horus inizialmente mano a mano si dipana.
    Passati gli eventi in cui l'Horus del libro prima diventa un cattivone in tutto per tutto, l'Horus cattivo fa le cose che ci aspettiamo da lui e ci trascinano al terzo libro in attesa di leggerne gli eventi.

    Qui spoiler
    La comparsata di magnus nel libro poi è una delle cose più azzeccate, e non si può fare a meno di dire che peccato che gli eventi l'abbiamo indotto al caos


    per cui credo che un onestissimo 7 e 1/2 lo valga.
     
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    Letto Sventraskaven di William King secondo capitolo della saga di gotrex&felix. Benchè all'inizio siano accennati nel prologo gli eventi che hanno portato i nostri eroi a Nuln, il libro è da considerarsi uno stand alone, ossia una storia, spezzata in più racconti, quasi come se fossero atti teatrali, che si conclude interamente sia come trama principale, sia quelle secondarie, all'ultimo capitolo.

    Rispetto al precedente si segna una netta divergenza nella costruzione narrativa, non più scandita da racconti-onda dove conoscevamo la genesi dei due eroi, ma da un arco narrativo compiuto che lascia spazio anche e specialmente agli altri personaggi che circondano i due protagonisti e che espandono e reggono l'universo di warhammer a tutto tondo. Il fatto che poi in certi punti il punto di vista cambi con quello di Tanquol - veggente stregone skaven - rende assai più movimentato e interessante il ritmo del racconto.

    La panoramica che abbiamo sulla vita in una grande città come Nuln e sulla società skaven sono e saranno sempre una grandissima ispirazione per tutti i Master del rispettivo gioco di ruolo, una lettura di questo libro, vale mille spiegazioni dei vari tomi avventura (lo dico per esperienza di prima mano). Veramente, una narrazione appagante, forse un po' scolastica, ma di effetto sicuro, ci traghetta in questo mondo pericoloso ma anche di cappa e spada.

    E poi diamine, ci sono gli skaven, adorabili.
    voto: 10
     
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    Per L'imperatore di Sandy Mitchell

    Primo libro di una lunga serie di romanzi su Ciaphas Cain, terzo commissario presentato dopo Severina Reine e Ibrahm Gaunt. Come epoca di scrittura è molto più vicino se non contemporaneo al secondo più che alla prima.
    L'espediente narrativo è molto bello, mi piace molto l'idea delle memorie riordinate da un inquisitore, che di fatto ad un certo punto del romanzo diventa ben più che una semplice comparsa. Molto divertenti inoltre i riferimenti ai personaggi di altre storie, Gaunt e Einsenhorn,... piuttosto salaci.

    La prosepettiva di Cain, è di assoluto interesse, ben diversa da quella eroica di Gaunt o stolida di Severina. Cain è l'antieroe per eccellenza, una persona sana di mente nel 40k, i cui difetti lo portano a grandi imprese.

    Il romanzo racconta sostanzialmente l'ascesa del commissario Cain da anonimo a eroe riconosciuto ed amato dai soldati. il suo punto di vista è molto originale, decisamente franco (o no?) e senza peli sulla lingua. i commenti che intervallano le memorie del commissario servono ad amplificare la distanza dall'ortodossia imperiale del commissario, anche se poi tale distanza ha reso il suo servizio così prezioso.

    Se devo buttare un commissario giù dalla rupe, butto Gaunt.
    Voto 10
     
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    Finito con colpevole ritardo Sventragrobi di Darius Hinks

    Piccola premessa, questa serie soffre un grosso problema, il suo inizio è racchiuso in un racconto che non è stato tradotto, per cui il primo libro che noi abbiamo letto sventraghoul di questa serie era faticoso, incomprensibile a tratti e anche confusionario.

    Premesso questo posso dire che le mancanze che si avvertono nel primo, qua sono ampiamente mitigate (grazie al cielo) e anzi il contatto con i kharadron, nani dell'aria, rende il racconto piuttosto esilarante a tratti e suscita interesse. L'altro capo del libro è la descrizione di cosa sono i Gloomspite Gitz, ossia i goblin lunatici che si esaltano con le fasi della luna cattiva. E di come siano gli antagonisti di Gotrek.

    Perchè alla fine il tutto si basa sull'evoluzione del trio ereditato dal libro precedente, Grotek , Meleneth e Tractos, in qualcosa di più, trovando ogni personaggio una scopo o una ragione di essere.

    E' forse il primo libro di AoS che mi convince appieno, che non mi ha annoiato, e che mi ha anche divertito. Il finale di questo libro offre chiarezza su alcuni comportamenti, in primis l'ostilità di Gotrek a Sigmar, e lascia un finale molto aperto e ricco di possibilità narrative. Curioso... assai
    Voto: 8
     
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    Oggi parliamo di cancelli d'ossa, di Andy Clark, continuazione della saga alba di fuoco che racconta le prime fasi della crociata indomitus guidata Guillimam

    I punti di vista sono essenzialmente 4, adeptus custodes, una badessa delle sororitas e un generale mordiamo. Ah e ovviamente uno stregone dei worlds bears.
    Ne consegue che la narrazione degli eventi consente di delineare le diverse prospettive sull'imperatore (umano per i custodes e i caotici, divino per gli altri, ma anche sull'accettazione tra i custodes di Guilliman a capo della baracca.
    Infine in campo caotico si respira la grandiosità del piano di abbadon ma anche la preoccupazione fra le varie fazioni su "come" vincerà.

    Altra importanti spunti che vengono da queste righe riguardano la natura ormai acquisita dall'imperatore e del ruolo della fede nell'imperium

    Per quanto riguarda la trama è abbastanza lineare ma del resto non chiediamo altro che un pianeta da salvare e Galatamor o come cappero si scrive è quel che ci vuole. Purtroppo le considerazioni preliminari occupano le prime 100 pagine e l'azione hack and slash inizia davvero tardi nell'economia del romanzo. Le sottotrame sono solide e si chiudono bene per un proseguio. E mi sa che qualcuno dei tanti personaggi ritornerà.

    Efficace per quello che deve fare ma non particolarmente brillante, un po' come il secondo libro della HH. Il fatto che poi siano lenti come la morte a pubblicare porta a scordarsi gli antefatti del libro precedente e a danneggiare la fruibilità della saga.
    Personalmente non lo considero più di un 7,5 come voto.

    Edited by Chernikov - 6/2/2024, 20:41
     
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    Sono a metà del libro! Molto piacevole da leggere
     
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    CITAZIONE (LaurensV @ 6/2/2024, 19:21) 
    Sono a metà del libro! Molto piacevole da leggere

    Io lo trovo un po' ridondante, imho poteva essere snellito di un centinaio di pagine senza perderci nulla
     
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    Chernikov lo spietato..
     
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    7.5 per me è un voto parecchio alto :).
     
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    CITAZIONE (Thorik Stoneshield @ 6/2/2024, 19:34) 
    Chernikov lo spietato..

    Bah spietato, di insufficienze ne ho date ben poche. Semplicemente ho applicato un metro coerente con il romanzo che gli si avvicina di più per coralità. Se dal punto del BG è fantastico, dal punto di vista narrativo e della trama, specie sul finire, sono più malmostoso. Non che non mi sia piaciuto però l'avrei preferito più asciutto, in alcuni punti scade anche di ritmo, in altri ci trovo una coerenza narrativa quantomeno passabile. Oltre al fatto che ho beccato un buon numero di refusi, rispetto al solito.
    Il voto poi imho rispecchia la realtà dei fatti c'è un motivo per cui il primo libro dell'HH o legami d'onore sono editorialmente dei bestseller e questo non lo sarà. Ha qualche problemuccio ma rimane una lettura di per se appagante.
     
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    Trovo che, con la traduzione, purtroppo, molte cose vengono in qualche modo cambiate, si perde un po' la verve, il pathos cala, certo non e' sempre per forza cosi', certi libri sono un macigno sui testicoli in qualsivoglia lingua, ma dobbiamo per forza mettere in conto che la traduzione mette mano all'originale per darci un prodotto differente
     
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    CITAZIONE (Thorik Stoneshield @ 7/2/2024, 18:19) 
    Trovo che, con la traduzione, purtroppo, molte cose vengono in qualche modo cambiate, si perde un po' la verve, il pathos cala, certo non e' sempre per forza cosi', certi libri sono un macigno sui testicoli in qualsivoglia lingua, ma dobbiamo per forza mettere in conto che la traduzione mette mano all'originale per darci un prodotto differente

    È una considerazione che lascia, a mio parere il tempo che trova, se si volesse il massimo rispetto dell'originale bisogna leggere nella lingua natia, senza contare che lo stesso autore beffardamente in edizioni successive può aver adottato cambiamenti. Detto questo il valore della traduzione non sta nell'aderenza pedissequa all'originale, quanto piuttosto nella resa e nella trasposizione dei sentimenti e dell'immaginario della storia. È un po' come la nuova traduzione di lotr con i suoi famosi forestali, sicuramente più aderente alla lingua originale ma decisamente molto meno ispirata.
     
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    In tutta sincerità, trovo che per quanto ci si impegni, in qualche modo la traduzione lascia indietro qualcosa, il famoso "Lost in translation", certi modi di dire, che rendono molto bene in lingua originale, in italiano sono un po' ostici, poi come ho detto, se scrivi male, lo fai in ogni lingua
     
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    Ladruncolo di strada

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    Seguo perché ho molto interesse nei libri in lingua italiana; concordo che le traduzioni non debbano riprodurre parola per parola il testo originale, ma piuttosto cercare di trovarne una resa utile nella lingua d'arrivo, e proprio in questo sta la capacità e la bravura del traduttore, detto questo purtroppo alcune espressioni e giochi di parole non possiedono un corrispondente così immediato e possono costringere a giri di parole per essere resi nel modo migliore
     
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