Dagli occhi di una Guardia

immedesimazione in una guardia imperiale

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    CITAZIONE (Raistlin94 @ 24/7/2019, 14:24) 
    Pezzo molto sottotono e quasi deludente rispetto ai precedenti, che ti è successo?
    Il protagonista reagisce in maniera troppo strana, mi riferisco a quel mordersi le labbra, e Monika? Perchè è così fusa? E' la sua prima battaglia o è incinta di 5 mesi?
    La scrittura però, manca un bel po' di punteggiatura e non sembra scritto di fretta al solito ma più un "non c'avevo voglia". Quando i personaggi parlano non c'è nessuna interruzione di testo ed usi le virgolette sia per i discorsi sia per altre cose nelle stesse frasi. Ti faccio un esempio:
    CITAZIONE
    “Mi hanno sempre raccontato la coriacità del liquore vahalliano”dice il Capitano “siete voi in comando?” Il vahalliano si prese un’altra boccata di sigaretta prima di rispondere “Sii” lentamente con un accento pesante sulla i. “Maggiore andato con bomba”. Per farsi intendere meglio spalancò le dita a “bomba” per simulare l’esplosione.

    E' tutto troppo wall of text.
    Ragazzo mio riprenditi, mi sono appassionato, non cascarmi così. Se ti capita un momento che non ti va di scrivere, prenditi il tuo tempo e rileggi...rileggi sempre.
    Scusa per la durezza, non te la prendere, faccio commenti sinceri come li vorrei anche io per i miei pezzi e non solo i soliti "bello".

    No tranqui, nessuna offesa. In questo periodo sono un po' stanco e il lavoro ha un ultima impennata prima di agosto dove mi girerò sostanzialmente i pollici. Vediamo se riesco a soddisfare le tue lamentele.

    - il mordersi le labbra è nel punto in cui per un momento arriva a ritenere gli eretici solo dei poveri, affamati rivoltosi. Il relativismo è peccato nel 40k ed è un pensiero che porta facilmente all'eresia. Mordersi - con forza - il labbro allo scopo di provocarsi dolore ed interrompere il flusso mentale potenzialmente eretico: mi era sembrato un buon escamotage, forse non sono riuscito a renderlo bene trasponendolo dalla mia testa alla "penna".

    - Quanto a monika le ragioni dellla sua tenuta nervosa , beh, hai colto un punto che ho intenzione di approfondire in tutti i sensi in seguito fra due o tre pezzi ma piano piano sto incminciando a tratteggiare meglio alcuni caratteri, Monika è una di questi, ma occhi puntati su Mario! Insomma è voluto, anche perchè la guardia senza nome non può essere nella testa di Monika o Mario o del capitano, per comprendere i sentimenti degli altri bisogna che questi nel parlino con lui.

    - Per quanto riguarda l'azione, la storia non è completamente un soggetto originale. Senza troppi riferimenti sto riscrivendo la battaglia di Garm dove Ragnar Mantonero perde la lancia di Russ ma dal punto di vista di un umile fantaccino e non del un cazzuto space che affrontano situazioni completamente differenti (anche se ho in mente punti di contatto. Quello che la storia mi ofrre è che in una giornata la guardia entra dentro il formicaio, il che mi permette di sviluppare una linea narrativa sapendo che le guardie hanno circa 18/19 ore per entrare dentro e se avessero combattuto casa per casa per tutta la periferia tale lasso temporale sarebbe irrealistico o degno di un servo di khorne. Il problema essenziale è che io non posso spostare troppo in la le lancette dell'orologio e non posso far quasi morire la mia guardia per poi aspettare che sia ristabilità perchè passerebbe troppo tempo.
    per cui sono necessarie parti più loffie e che si esauriscano in relativa scioltezza. Anche perchè l'azione vera sta per arrivare.

    - Per i dialoghi sono una sega 1) non li so "stendere" 2) quando lo faccio non mi soddisfano. Ergo vado alla meno peggio sperando col tempo di trovare pace coi mie demoni.

    E niente :)
     
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    Dai un occhio a quello che ho scritto io per i dialoghi, quelli ed i pezzi di azione mi escono bene, cerca "Sangue e Potere". Sempre riguardo all'azione, occhio a non rendere le lancette ne troppo lente ne troppo veloci, in quindici minuti di battaglia può succedere di tutto e di più, in 18-19 ore avoglia a mettere spargimenti di sangue.
    Per entrambe le cose cerca di vedere cosa scrivi, se sono persone che parlano devi avercele davanti agli occhi e nelle orecchie, se è una scena d'azione ci metti più tempo a scrivere cosa avviene rispetto alla scena in sé: bombardano una trincea, proiettili che volano sulle teste, compagni che muoiono, ci scrivi un intero capitolo, in tutto l'azione nel tempo reale del personaggio sarà durata 10 minuti.
     
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    Stiamo correndo, il cuore batte a mille, il corpo si china spontaneamente per cercare di offrire il minor bersaglio possibile, i carristi hanno accelerato e avanzano per linee trasversali vomitando intanto torrenti di fuoco. I colpi del cannone ora non più precisi cadono a casaccio, sollevano pezzi di plastocemento e schegge di.. di altro. I fiori per le onde d’urto incominciano a cadere. C’è un gran casino ora. Grida, incitamenti, versi, motori, esplosioni. E’ tutto così veloce che il mio occhio non riconosce più la fluidità dei movimenti. Solo scatti, immagini, che si alternano in successione e fra l’una e l’altra il confondersi dei colori. Gli scarponi di quelli davanti a me. Il capitano che ruggisce per incitarsi con la sciabola in alto. La coda in movimento di Monika. Nelle orecchie risuonano le esplosioni e fra un colpo e l’altro sento il cuore martellare furiosamente la cassa toracica.

    Ad un certo puto un fischio fortissimo, cadrà vicino. Boom. L’onda d’urto mi sbilancia. Ora è tutto ovattato, un velo di terriccio mi ricopre, sputo. Mi guardo attorno. Dove c’era il capitano ora c’è un cratere. Mi accorgo ora di dove sono e che a fianco a noi ci sono altri ponti. E altri reparti della guardia li stanno assaltando. Mi sembrano siano i Vahalliani di prima. Avanzano a piedi, in massa, supportati da alcune mitragliatrici. Molti ne muoiono e vengono respinti. Arriva un banablade che avanzanza imperioso poi qualcosa lo colpisce, gli rompe un cingolo. E’ lì immobile, inamovibile che riversa la sua furia rinnovata sulla ferità. Dietro a questo gigante, i vahalliani si raggruppano e ripartono all’assalto. Sullo sfondo due titani combattono fra di loro in un corpo a corpo mortale.

    E’ un’immagine maestosa fuori che si fa piccola nella mia iride. Io sono completamente assorto in ciò quasi dimentico la battaglia. La terra trema e mi ritrovo fra le gambe di un cavaliere imperiale, dal suo carpace esce un suono cupo e sordo prima di caricare le linee nemiche passando fra tutti. Nel suo incedere è agile e distruttivo. Il suo lanciagrante apre i reticoli, svella le trincee, pezzi di eretici volano per aria ci guida, apre la strada. Noi, io, sul suo passo guadagno la prima trincea. Mi calo in una realtà di corpi sfracellati, spappolati, a pezzi. Il liquame sul fondo è rosso per il sangue dei difensori. Quando ci affondo gli scarponi mi arriva alla caviglia. La trincea è una fossa creata su linee spezzate con le pareti rivestite di acciaio. É l’ultima linea per difendere il formicaio.

    Dentro la trincea il tempo sembra rallentare, sei all’improvviso isolato dai proiettili, raggi, schegge che volano ovunque. Avanzo lentamente quando davanti a me si buttano dentro due persone, alzo il fucile per istinto di reazione ma prima di schiacciare il grilletto le riconosco: Monika e Mario. Dopo un momento alle mie spalle si catapultano dentro altri due del mio plotone. Monika appena mi vede fa:

    “Sei con altri?”
    “No” dico col fiatone
    “Cazzo” esclama “siamo la metà”.
    Sputa sul fondo della trincea accorgendosi sul momento di cosa c’è sul fondo. Vomita.

    Tutti fissiamo la scena quando Mario prorompe con un glaciale “ E tu dove cazzo eri andato” con una certa dose di rabbia ella voce.
    “Ma sta zitto coglione che se non era per lui eravamo inchiodati là” dice Knut spintonando Mario contro dei sacchetti di sabbia.
    “Bastard..” Ringhia rabbiosamente Mario mentre si scaglia contro Knut afferrandolo per il bavero.

    “Ci diamo una calmata vero?” Monika ha appoggiato la pistola sulla tempia di Mario “ se non fosse stato per lui..” continua pulendosi il mento con il braccio libero” saremmo rimasti inchiodati su quel cazzo di ponte. Quindi..” e fece una breve pausa “ che hai intenzione di fare?”
    Lo spirito bollente di Mario era diventato freddo come la canna che aveva contro la sua pelle
    Le mani si staccano, le braccia crollano. Walter, fino a quel momento silenzioso urla: “a terra!”. Ci tuffiamo nella melma – Il cavaliere torreggiante avanti a noi che si erergeva furioso ed implacabile è stato abbattuto da una salva di razzi.

    “Merda” dico mettendo la testa fuori dal riparo “è crollato, dobbiamo andare a vedere”
    “Dentro o fuori?” taglia corto Monika

    Li guardo tutti, sotto di me, con gli occhi fissi su di me, come se si aspettassero fossi io a tirarli fuori. Riguardo il relitto, attorno, lo spazio da attraversare, torno ai visi dei miei compagni.

    “Tagliamo dritto” inizio “dobbiamo raggiungerlo per imperdire che sia spoliato e per vedere se il pilota è vivo” Un istante per scrutare negli occhi tutti. “ In ordine sparso, dobbiamo correre, se sparano granate in risposta, compreso?”
    Tutti annuiscono eccetto Mario. Lo fisso dritto negli occhi. Un lungo secondo e poi cede “Tanto in tutti i modi la merda è la stessa” mugugna.

    Vado avanti io per dare l’esempio, mi sento improvvisamente vulnerabile. Cammino veloce, la squadra dietro di me si allarga in modo da non offrire un bersaglio unico. Ci sono molti cadaveri per terra ma mentre ci avviciniamo tutto tace. Sfilo accanto ad un nostro chimera in fiamme. Tutti morti, non sono Leibenitz e Kolinsky. In maniera sorprendemente facile ci portiamo a ridosso del cavaliere. Tutti sani ed integri, due rotelle incominciano a muoversi nella mia testa ma non focalizzo. Dei colpi da una botola della carcassa. Mi fiondo con Monica per cercare come liberare colui che fa questi rumori. Con una buona dose di fatica l’apriamo. Ci ritroviamo faccia a faccia con una pistola Requiem e il pilota imperiale. Fa tempo ad esclamare “Imperiali! Lode all’imperatore” e poi sviene.

    Mentre succede ciò una voce, fredda e cristallina esclama “Servi del falso Imperatore arrendetevi e abbiate fede nel Chaos!”
     
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    Il bastardo muove le labbra. Muove le labbra e dalla sua empia gola escono suoni.

    Suoni che sono tante piccole esche per noi.

    Guardo negli occhi Monika, grandi, bruni, umidi. Non è bellissima? Non sa cosa fare. Si che lo sai... Guardo tutti. Si inchinerebbero a te... Sembrerebbero calmi ma sotto la pelle il cuore gli scoppia. Devi solo alzarti e riconoscere la verità delle mie parole... Come lo so? Perchè sta dilaniando anche il mio petto. Non pensi a loro.... Voci armoniose cantano. Ma devo dire qualche cosa. La conosci la risposta, leggiamo dentro le pieghe del tuo cuore... Li salverei, potrei dormire ancora con lei, amarla e far finire tutto. Il coro aumenta di volume. Vedo i suoi occhi. Nelle orecchie la voce eretica è suadente, riempe la testa, interrompe i pensieri. I suoi occhi marron. Penetra dentro. Spalancati. Tenta di sfondare la mia testa. Il coro si ingrandisce. Immagini di eserciti. In cima ad una rupa comanndo eserciti semplicemente muovendo il braccio e stretta a lui Monika Chi l’ha mai visto l’imperatore? Era un solo uomo e ora è un cadavere. La melodia del coro è insostenibile. Ancora gli occhi di Monika. NO!

    La luce fende le tenebre della mia mente. Uomini fatti di luce spazzano via le ombre. Il conto canta senza più ostacoli. So cosa devo fare. Apro gli occhi. Vedo subito la spada potenziata al fianco del pilota svenuto. La prendo in prestito. Mi alzo in piedi, in quel momento smetto di pensare. So cosa fare, sento che niente può fermarmi.

    Vado incontro all’eretico. I miei compagni guardano attoniti. Mi sorride, si volta verso quegli empi schifosi eretici e urla “Un eletto in più fra i servitori della stella ad otto punte, Lode e gloria alla stirpe”. Sorrido, per il dispezzo. Il loro predicatore si volta verso i suoi seguaci “ Accogliete il nostro nuovo fratello, accettatelo questo nuovo apostolo della fine...”

    La lama potenziata non è riuscita ad affondare il colpo e trapassarlo, ma prima di venire respinta da una misteriosa aurea essa ha aperto una bella ferita, dalla quale esce un liquido rosso scuro. Uno psionico non sanzionato. Cazzo.

    L’iniziale momento di terrore però si placa nuovamente con il canto del coro. La mia mano si fa più salda sull’impugnatura.

    L’eretico ride mentre le mie labbra recitano da sole “l’imperatore protegge, l’imperatore fortifica”. Il braccio scatta in avanti da solo con lama in obliquo dall’alto verso il basso. Il bastardo frappone il bastone rituale. La sua aura trema. Col movimento di ritorno assesto un altro colpo, e poi un altro ed un altro ancora. Il campo attorno a lui vibra e resiste. Lui retrocede di uno, due, tre passi ma poi vedendosi in difficoltà compie un balzo all’indietro sottraendosi ai miei colpi.

    Muovendo gli arti e il bastone traccia dei disegni nell’aria che a mano a mano diventano incandescenti. Le dita dell’eretico lavorano alacremente come zampe di ragno. In una frazione di secondo mi getto avanti, portando la spada sopra la mia testa. L’eretico para il colpo sollevando di traverso il suo bastone. O meglio l’aurea che circonda esso.

    Con un torsione del corpo mi fa scivolare a terra. Sembra un confronto impari, ma mi viene un’idea. Un’idea folle e probabilmente suicida. Mentre cado l’afferro nella giberna: la mia ultima granata.

    Faccio a tempo a rigirarmi nel fango che il bastone si pianta lì dove c’era la mia testa. Mi sollevo su un ginocchio per parare il colpo successivo. La spada fa il suo deviando il colpo. Nel mentre butto a terra la granata attiva, devono solo trascorrere una decina di secondi. Sbircio con l'occhio per vedere dove è finita. L’imperatore mi ha aiutato. È sotto di lui. E sta volta quello in piedi sono io. Calo la spada consapevole che potrebbero essere i miei ultimi respiri. La lama si blocca a poche dita dalla sua testa. Mi guarda e ride. Io rido di più. Poi l’esplosione. E la spada cala.

    Istintivamente ho chiuso gli occhi, lo confesso, per quello che ne so potrei essere morto. Ma sono sicuro di averlo ucciso. Le figure del coro si fanno nitide. Antichi guerrieri ed eroi mi osservano compiaciuti. Sto morendo? Forse andrò nelle aule dei martiri. L’oscurità su di me. Il ronzio nelle orecchie.
     
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    Bello il primo pezzo ma metti più punteggiatura prima e dopo i dialoghi, è scritto di getto ma ogni tanto vai a capo.
    Due cose però:
    CITAZIONE
    inamovibile che riversa la sua furia rinnovata sulla ferità

    Non ho capito.

    CITAZIONE
    un cavaliere imperiale, dal suo carpace esce un suono cupo e sordo prima di caricare le linee nemiche passando fra tutti. Nel suo incedere è agile e distruttivo. Il suo lanciagrante apre i reticoli, svella le trincee

    Down of War 3?

    Bello anche il secondo pezzo ma troppo citazionale al Coro dell'Astronomican utilizzato per non far cadere in tentazione.
     
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    C'é un errore "sulla ferità" é "dalla ferita" aka l'equipaggio sta incazzato per lo sbraco e sparano tutto.

    Per il coro c'è il suo motivo.
     
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    A tanti anni da quest'ultimo commento, volevo solo annunciare il reboot di questo arco narrativo, limandolo, ampliandolo, correggendolo e cambiandolo dove necessario. Nel futuro prossimo reincomincierò a pubblicare le parti qua. così potrete anche apprezzare il confronto con la prima stesura.
     
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    Con dieci giorni di ritardo sul tuo post...


    Oooh, questa notizia mi piace!
     
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    Quando inizia un assalto planetario, ti rendi conto di vivere per davvero.

    Quando il commissario attraverso il Vox generale da l’annuncio di essere arrivati nell’orbita del pianeta e quando le sirene lampeggiano ed ululano, si ha la certezza che non andremo a raccogliere primule e frutti di bosco, se una guardia l’ha mai fatto; e quando la flotta si scontra con gli eretici o gli xeno o le altre mostruosità che lo spazio cela, chi non è impegnato attivamente nel combattimento, ai cannoni, alle riparazioni urgenti o qualsiasi altro comando che provenga dal ponte comando, si raduna in silenzio fra le gelidi pareti della nave, a pregare fervidamente l’Imperatore di non morire nel vuoto dello spazio. Io prego cercando di non farmela addosso.

    E’ una cosa che ti plasma, mette alle prova le menti delle reclute e anche i nervi dei più saldi veterani. Le pareti rimbombano e tremano, il personale di servizio corre a perdifiato, allarmi e luci rosse ovunque, gli annunci che si susseguono, i cedimenti mentali che a volte son propri e veri shock culturali - mi ricorderò sempre di quella volta che una volta un harakoniano diede di matto cercando di farci a pezzi - gli spazi che sembrano contrarsi e dilatarsi, le sezioni di armi pesanti che spacchettano l’arsenale in caso di abbordaggio - maledetti iellatori… - le speranze dei soldati che attraverso le preghiere sorreggono gli scudi della nave, la morte quando un colpo passa e crea una falla, i commissari ed ufficiali che incitano tutti e tutto salendo sulle casse sproloquiando e sciabolando in aria… Può durare minuti,ore o giorni questa bolgia dove tutti almeno una volta corrono il rischio di perdere la propria salute mentale.

    Poi cessa. La vita o la battaglia. E nel secondo caso, nel mio caso, cammini, o meglio ripassi, nei corridoi, tra i ponti dei vari livelli, con le luci ora normali, ora fioche, con un ronzio metallico di sottofondo, con la manutenzione diretta da qualche Magos di basso rango lesta a riparare i piccoli grandi danni mentre navicelle girano attorno alla nave, come mosche su una carcassa, per chiuderne i buchi più grossi. E sai, mentre buttano acqua, sapone e polvere bianca per lavare via il sangue dal pavimento metallico, che stanno per mandarti a terra per un macello più grande nel sacro nome dell’Imperatore.

    Dopo la battaglia nello spazio orbitale, la tensione accumulata esplode; noi galantuomini prorompiamo in insulti, urla, gestacci, esibizioni degli attribuiti all’indirizzo del nemico sul pianeta, proclamazioni di imprese eroiche, ancora attributi al vento,birra e liquori a fiume, amori leciti e non che si consumano negli alloggi, e non solo, della nave. Eh sì, qualcuno anche prega ma i più si dedicano prima di dormire a stemperare la tensione di dosso, da soli o in compagnia. Solo, la mia mente e la mia mano si dedicano fortemente al pensare al caporale Monika. Che “sull’attenti” mi ispira…

    Naturalmente gli ufficiali non muovono un dito per fermare ciò; sanno benissimo che sarebbe inutile e che un colpo alle spalle sul campo può sempre arrivare, ma sanno anche che, quando la sirena suona intermittente, la sbornia passa e il buon senso si riversa in noi, torniamo tutti composti e pronti ad ubbidire, ricolmi nel cuore del sacro odio per il nemico. La sirena suona e così accade. Migliaia di anime riprendono coscienza di sé, si ricompongono, preparano la giberna e si fanno trovare pronti nelle stive ed entriamo a dozzine nei Valkirye. Appoggiamo le schiene contro gli scomodi sedili e l’eccitazione - metaforica o reale a seconda dei soggetti - sale assieme al sibilo dei motori.

    I mezzi rombano, si sollevano e incominciano a librarsi nei corridoi previsti tra i campi di tiro incrociati. Curve, piroette, cabrate, tuffi… il moto degli ubriachi. Talvolta capita di essere centrati, i veterani sostengono a bassa voce che non sempre i magos fanno la giusta manutenzione agli antichi sistemi di puntamento. E nel cielo compaiono sporadiche palle di fuoco. Ma tanto noi ci dobbiamo rimanere seduti dentro, mica preoccuparci del percorso, propagandano gli ufficiali. Con le maschere che ci pompano ossigeno “corretto”, del resto come potremmo così lamentarci.

    Nuove urla, il vomito che sale. Dal pavimento sorge un acro odore… qualcuno ha pisciato, perché qualcuno piscia sempre. Ben presto è un gran fetore qua dentro, stramaledette reclute, ecco l’origine dei famosi slanci della guardia. La puzza di piscio e merda che si crea farebbe schizzare all’assalto anche il più cagasotto delle reclute. Ad un certo punto le batterie di razzi sotto le ali tuonano tutte insieme, i sedili e noi tremiamo per le vibrazioni, per liberare il possibile atterraggio da eventuali presenze ostili. Ma il momento clou, quello che aspetti da quando sei sopravvissuto all’addestramento ed alle precedenti guerre, quello che vuoi perchè se rimani dentro ancora un po’ impazzisci o sbocchi a tua volta, perchè desideri solo uscire da quella maledetta scatola di latta volante che sembra calamitare ogni colpo di ogni nemico del pianeta, quello che brami è mettere piede a terra. Da vivi, possibilmente.

    Nell’ultima parte del tragitto, il volo è ormai orizzontale.
    Dicasi orizzontale, basso, radente, veloce e pieno di scossoni. Il sergente ci riscuote e ci sveglia dai film mentali che si svolgono nella nostra mente. Mettiamo la mano sullo sgancio rapido e ci prepariamo allo sbarco. Il Valkyrie trova, o meglio ha creato, un cratere abbastanza grande e ci plana dentro. Noi dietro al portellone aspettiamo che la lama di luce riverberi sulle nostre visiere, due manciate di anime assiepate nei venti metri scarsi del veivolo; se ci va bene scendiamo incolumi, se ci va male c’è qualcuno che ci aspetta ben nascosto con un mitragliatore piantato su di noi, se ci va molto male quello dietro di me vedrà la nuvoletta rossa e rosa del mio cervello davanti a sé prima di morire a sua volta. Tonfo, portellone aperto, tre secondi, lama di luce, niente nuvoletta, sono ancora vivo.

    Culo.
     
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    Quando inizia un assalto planetario, ti rendi conto di vivere per davvero.

    Per quel tempo definito e variabile che precede il tuo ritrovarti davanti al Creatore.
    "Come sono morto? Era una morte gloriosa, vero?"
    "Beeeh..."
    "Tipo, colpo di fucile in petto. Dai, almeno è dignitosa."
    "Veramente sei inciampato e 400 persone ti sono corse sopra, progressivamente trasformandoti in poltiglia."
    "Ah. Che schifo."
    "Eeeh, succede."

    CITAZIONE
    che non andremo a raccogliere primule e frutti di bosco, se una guardia l’ha mai fatto

    "Raccogliere una primula di Tankash è l'ultima prova che un Marciatore Indefesso di Tankas deve superare per essere considerato una vera Guardia Imperiale del Sector Zevona.
    Qualche ignorante può ridere del fatto che l'ultima prova prima del mustering-out sia di raccogliere un fiore, ma in linea di massima questi non sa che l'aria di Tankash è sì respirabile, ma zeppa di narco-allucinogeni E super-eccitanti, che si presume siano il rimasuglio fuori controllo di qualche antico innesto di piante di caffè ritoccate con eroin-crokodil, vodka scadente distillata attraverso un radiatore che cade a pezzi e super-monster Mountain Dew.
    Un respiro è come calarsi negli occhi due litri di acidi, unito ad una tachicardia dilaniante e il tuo cervello che, confuso, allo stesso tempo si sta anche spegnendo. Al di là di ciò, Tankash è una piccola super-terra, con 2.1G standard. Muoversi fuori dalle zone schermate vuol dire portare un altro te sulle spalle, contro il proprio tronco e addosso alla schiena ogni secondo. Se ciò non bastasse, è una super-terra ultra-ossigenata; la primula in questione è alta tre metri, pesa novantacinque chili e morde."

    CITAZIONE
    Io prego cercando di non farmela addosso.

    Onesto. Si apprezza!

    CITAZIONE
    Le pareti rimbombano e tremano, il personale di servizio corre a perdifiato, allarmi e luci rosse ovunque, gli annunci che si susseguono,

    Mi piace questo passaggio, devo dire. Aggiungi che molto spesso, come Guardia, non hai esattamente un'idea chiara di cosa stia succedendo fuori. A malapena sai che c'è una battaglia, e senti le cannonate e tutto il trambusto, ma se stai vincendo o meno, o se tra due minuti finirai nel vuoto, beh...
    Quello non lo sai. Lo presumi, lo immagini ed è peggio.

    CITAZIONE
    gli spazi che sembrano contrarsi e dilatarsi, le sezioni di armi pesanti che spacchettano l’arsenale in caso di abbordaggio - maledetti iellatori…

    "Blessed is the mind too small for doubts..."

    CITAZIONE
    i commissari ed ufficiali che incitano tutti e tutto salendo sulle casse sproloquiando e sciabolando in aria…

    Utili attività!

    CITAZIONE
    Dopo la battaglia nello spazio orbitale, la tensione accumulata esplode; noi galantuomini prorompiamo in insulti, urla, gestacci, esibizioni degli attribuiti all’indirizzo del nemico sul pianeta, proclamazioni di imprese eroiche, ancora attributi al vento,birra e liquori a fiume, amori leciti e non che si consumano negli alloggi, e non solo, della nave. Eh sì, qualcuno anche prega ma i più si dedicano prima di dormire a stemperare la tensione di dosso, da soli o in compagnia. Solo, la mia mente e la mia mano si dedicano fortemente al pensare al caporale Monika. Che “sull’attenti” mi ispira…

    :XD:
    Adoro

    CITAZIONE
    torniamo tutti composti e pronti ad ubbidire,

    *premi X per dubitare*

    CITAZIONE
    ed entriamo a dozzine nei Valkirye

    Più che una correzione, questo è un appunto a lato. La Valkyrie non è esattamente una nave da sbarco, è più un elicottero. Prendi uno Huey e un Mi, fondili e bene o male, hai un ferrovecchio volante che sì, porta delle persone e le sgancia, ma è più una cannoniera che una dropship.

    CITAZIONE
    Nuove urla, il vomito che sale. Dal pavimento sorge un acro odore… qualcuno ha pisciato, perché qualcuno piscia sempre.

    Considerando quanto hanno bevuto prima...

    CITAZIONE
    che ci aspetta ben nascosto con un mitragliatore piantato su di noi,

    E in questo caso, qualcuno non ha fatto il suo lavoro nell'assicurare la zona di sbarco. :alienff:

    CITAZIONE
    sono ancora vivo.

    Culo.

    Per ora!
     
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    II



    Respiro. L’aria fredda ed inquinata mi entra nei polmoni. Che schifo di posto.

    Sgusciamo fuori dal portellone del veivolo come farebbero gatti incazzati da un sacco. Non si pensa, non c’è tempo, gambe e mani si muovono da sole. Il corpo risponde agli automatismi appresi durante l’addestramento. Fuori dalla pancia del valkirye ci apriamo a ventaglio per andare a coprire i bordi del cratere, correndo bassi evitando di farmi risucchiare da un rotore mentre il veivolo si alza in volo per la seconda ondata, sarebbe stupido morire così. Mi appoggio al bordo del terreno con la delicatezza di un maglio, tergiversare sul fondo per morire a causa di un colpo di mortaio fortunato, no grazie.

    Mi guardo attorno, cercando le posizioni dei miei compagni, del sergente e indulgo sulle curve dei fianchi del caporale (che donna!) ad un paio di metri di me. Cerco di capire dove siamo e dove c’hanno scaricato, mi sporgo brevemente oltre l’orlo cercando di catturare più dettagli. Ricaccio giù la testa appena qualche raggio laser inizia a cadermi troppo vicino. Colpi di mortaio nemici sporadicamente cadono attorno a noi. Mi stringo a terra.

    Il sergente stolidamente si alza su un ginocchio, non ha paura di essere colpito, lui deve trasmettere sicurezza ai suoi uomini. Monika è a qualche metro da lui, sdraiata con la testa esposta tanto quanto basta per osservare senza rischiare di essere colpita. Attorno a noi altre unità iniziano a formare una linea formata da pochi puntini frastagliati, ma ad ogni nuovo viaggio dei Valkierye gli spazi vuoti si riempono e diventa continua, e dietro se ne forma un’altra e ancora una più distante.

    Ad una certa, arriva una staffetta del comando di reggimento che fa la spola fra tutti. Il comando non vuole rischiare intercettazioni al Vox per via dei cani eretici. Il comando giunto è di quelli che fa mettere il fischietto in bocca al sergente. Intanto col passaparola si forniscono le istruzioni: innestare la baionetta,
    avanzare stando larghi sfruttando ogni copertura possibile, a duecento passi dal nemico formare una doppia linea e avanzare. Nessuna ritirata.

    L’attesa di un’assalto così ti sdoppia il cervello, da una parte c’è la paura di morire, dall’altra qualcosa di più complesso, forse l’istinto del cacciatore, il desiderio di non essere la preda, l’addestramento o forse la voglia di finirla in fretta spaccando più teste del nemico.

    E accade, un sibilo acuto parte da più punti lungo tutto il fronte, con un urlo stereofonico che lo accompagna. AVANTI!
    Nei manifesti di propaganda si vede spesso la figura di un alto papavero con la sciabola sguainata e la scritta a caratteri cubitali “Avanti, per l’Imperatore!” e in basso i fanti che si lanciano in avanti, petto fronte al nemico, ritti, incolumi. La verità è un umile sergente con la pistola (“il pistolino” per la fantesca) che bercia cose del tipo “avanti figli di troia, per l’Imperatore”,”cani volete vivere in eterno?”, “per il trono, avanti e raccomandatevi all’imperatore” e sciabolate nel culo a chi si attarda. Vi viene voglia di arruolarvi,no?


    Così apostrofati e convinti, strisciamo fuori da ripari improvvisati. Il bombardamento orbitale grazie al Trono, ha lasciato la terra butterata e divelto qualsiasi cosa stesse ritta per farne una copertura. Tronchi, macerie, altre buche, tutto va bene pur di portare a sera la pelle salva. E si avanza così sapendo che c’è davanti il nemico, asserragliato nel tempio di Garm. Come ratti, in silenzio, con il fucile in mano si provede. Qualche raggio laser rosso tenta di colpirci, ma ci vuole una buona mira e una buona dose di sfortuna perché il colpo non venga assorbito dalle nostre protezioni. La misericordia dell’Imperatore ha voluto che non fossi così scarso nel mirare con un fucile da dovermi da andare all’assalto con un treppiede o un cannone sulle spalle.

    Pian piano vediamo il tempio venirci incontro, con le sue candide pareti lordate di scritte blasfeme, croci a otto punte e aquile divelte. Una blasfema parodia di quello che era prima. Sento sorgere dentro di me un odio profondo. Come puó un uomo ridursi a tanta miseria, accettare con gioia le mutazioni, celebrare tanto abominio; mi si rizza per il disgusto ogni pelo del mio corpo. Il fuoco si fa più fitto, qualcuno attorno a me cade ringhiando dal dolore, io mormoro, per proteggermi dall’orrore di quanto vedo, la litania dell’assalto.

    Inizia sempre con la medesima parola “CARICA” e noi che stiamo avanzando immediatamente acceleriamo il passo, stringiamo forte il fucile puntando la baionetta in faccia al nemico, pigiamo il grilletto e urliamo. Forte. Che abbiano paura, il martello dell’Imperium sta arrivando!

    E chissenefrega se ci lascio la pellaccia!

    Edited by Chernikov - 28/3/2024, 23:05
     
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    Che schifo di posto.

    Può sempre andarti peggio e può essere sempre un posto più brutto. Per esempio, un ricettacolo delle lamentele geoclimatiche su Ultima Libris IX, dove sono raccolte e catalogate tutte le lagne su tutti i climi di tutti i mondi dell'Imperivm.
    I redattori all'opera sono la 12.235esima generazione d'eredi e non hanno ancora superato il Nono Secolo del Trentunesimo Millennio. Tranne Jeff che ha sbagliato colonna e ha cominciato a lavorare sul primo secolo del Trentanovesimo Millennio. Tutti odiano Jeff.

    CITAZIONE
    gambe e mani si muovono da sole.

    Da sole? Senza l'irrefrenabile autonomia dell'Umano Spirito? Sono forse... [gasp!] automatons? Oppure unità infiltratrici di qualche IA ribelle? No, sono sicuro che potrebbero essere agenti dormienti dei social-collettivisti automatons! A breve s'attiveranno per distruggere le buone istituzioni imperiali, rapire i bambini dalle case per indottrinarli nelle loro vie techno-eretiche... e gli elettori dalle loro urne!*
    *tali suddette urne, quando presenti, sono uno strumento di voto concesso e dal parere squisitamente consultivo, non vincolante circa alcuna decisione.

    CITAZIONE
    Fuori dalla pancia del valkirye

    Spesso usate i valkyrie come stand-in per dei trasporti truppe. Ovviamente, racconto vostro, decisioni vostre, però il Valkyrie è più una cannoniera di supporto e attacco che un trasporto dedicato. Nel senso, è come sbarcare 3/5mila persone usando un migliaio di Apache o Mi piuttosto che un centinaio di C-130. La Guardia Imperiale, quando viene disposta da orbita a pianeta, ha dei trasporti dedicati. I libri non ci perdono molte righe sopra, ma insomma sono massicci shuttle o traghetti blindati che assicurano la zona, sbarcano il materiale umano e tornano su a prenderne altro.
    Le Valkyrie sono cannoniere. In certi casi non possono nemmeno funzionare nel vuoto cosmico.

    CITAZIONE
    da un rotore mentre il veivolo si alza in volo per la seconda ondata, s

    Che rotore ha questo valkyrie? E' un VTOL grande quanto un elicottero, non un jumbo-jet! Se ci finisce dentro un cucchiaio, come minimo si rompe.
    Comunque, metti un punto dopo ondata. "Sarebbe stupido morire così." Come considerazione staccata, a latere del rotore, secondo me funziona meglio.

    CITAZIONE
    Mi appoggio al bordo del terreno con la delicatezza di un maglio, tergiversare sul fondo per morire a causa di un colpo di mortaio fortunato, no grazie.

    Il mortaio non odia e non ama. Non ti conosce e non gli interessa conoscerti. Il mortaio vuole solo colpire. Quando hai abbastanza mortai per chilometro quadrato, non mandare rapporti sulla situazione perché non servono e non sono necessari.
    Però mi piace che questo disgraziato pensi morbosamente alle varie maniere che ha di morire per caso. Ha senso.

    CITAZIONE
    sulle curve dei fianchi del caporale (che donna!) ad un paio di metri di me.

    Tra lui e gli irlaviani, mi chiedo se nelle razioni in questa parte della galassia non ci siano steroidi libidinei o simili sostanze afrodisiache. Ragazzi, concentrati per almeno dieci secondi!

    CITAZIONE
    Il sergente stolidamente si alza su un ginocchio, non ha paura di essere colpito, lui deve trasmettere sicurezza ai suoi uomini.

    Aurelios: Il sergente è un cretino.
    Se il sergente muore, la squadra perde coesione e obbiettività nell'agire.

    CITAZIONE
    ma ad ogni nuovo viaggio dei Valkierye gli spazi vuoti si riempono e diventa continua, e dietro se ne forma un’altra e ancora una più distante.

    Il sempre ringraziato LAVORO DI PALA!
    Dove vai, trincerati. Perché? Perché è meglio farlo per niente che non farlo!

    CITAZIONE
    Il comando non vuole rischiare intercettazioni al Vox per via dei cani eretici.

    Usate le onde corte e parlate in codice, mannaggia a voi!

    CITAZIONE
    Il comando giunto è di quelli che fa mettere il fischietto in bocca al sergente.

    di quelli che fanno*

    CITAZIONE
    innestare la baionetta,

    Siete sbarcati dall'orbita per andare all'attacco frontale con le baionette...? In campo aperto e senza copertura frontale, come creeping barrages o fumogeni?
    Perché?
    E poi, usate le pale! Non s'incastrano nelle costole!
    Ma soprattuto, perchè? Chi ha ordinato questo attacco, un aurelico?

    CITAZIONE
    AVANTI!

    Disperdetevi e andate larghi!

    CITAZIONE
    “Avanti, per l’Imperatore!”

    Aurelios: chissà perché si dimenticano sempre di mettere frasi come avanzate retroattivamente su posizioni meno scoperte, per l'Imperatore!
    Dire ritirata fa arrabbiare il commissario. Dire riposizionamento tattico-strategico avanzante al contrario lo rende contento!

    CITAZIONE
    che si lanciano in avanti, petto fronte al nemico, ritti, incolumi

    3.3 secondi prima di essere trasformati in una pianura di ragù.

    CITAZIONE
    ”cani volete vivere in eterno?”

    "Birra e mignotte a chi non tira le cuoia motiva di più!"

    CITAZIONE
    Il bombardamento orbitale grazie al Trono, ha lasciato la terra butterata e divelto qualsiasi cosa stesse ritta per farne una copertura.

    Almeno hanno quello, anche se con gli impatti che fa un bombardamento orbitale, sono sorpreso che non siano diventati ragù per qualche tiro sbagliato, non abbiano i timpani spappolati per le onde di pressione o non siano rimasti sepolti vivi dalle cubiche tonnellate di terra sollevate.
    Vuol dire che era un bombardamento orbitale a calibri piccoli, e piacevolmente preciso! Yay!

    CITAZIONE
    Tronchi

    C'erano degli alberi e li hanno abbattuti? Le linee arboricole permettono di coprire i mezzi corazzati in movimento e di avanzare a saltelli!

    CITAZIONE
    asserragliato nel tempio di Garm

    Quindi li fanno attaccare una struttura probabilmente corazzata e rialzata in campo aperto con dei crateri di bomba come unica copertura. Chi ha progettato quest'offensiva?!

    CITAZIONE
    “CARICA”

    WHY?!
    E' un edificio! Stringete la zona in una cintura, stabilite angoli di tiro sulle uscite e riferite che l'area è ottimale per i mezzi di un reggimento d'assedio!


    E niente, voglio vedere come prosegue!
     
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    Bel pezzo, conciso e con una buona descrizione di cosa passa per la testa di questo fantaccino, complimenti
    Carri e altri mezzi d'appoggio magari sono semplicemente dislocati in un altro luogo, più lontano e che il protagonista non vede, stile "sbarco in Normandia"

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    "Birra e mignotte a chi non tira le cuoia" motiva di più

    Il maresciallo Sidonia concorda, ma ha smesso di usarla quando si è reso conto dei costi
     
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    Carri e altri mezzi d'appoggio magari sono semplicemente dislocati in un altro luogo, più lontano e che il protagonista non vede, stile "sbarco in Normandia"

    Che sarebbe legittimo, ma dalla descriptio sembra essere l'assalto principale. E questo viene condotto con una mareggiata di fantaccini allo scoperto.
    Veramente, pigliate l'organizzatore e rimandatelo a scuola!

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    Il maresciallo Sidonia concorda, ma ha smesso di usarla quando si è reso conto dei costi

    Dov'è la vostra gentaglia mentre l'asse severo-aurelica affama la brava gente di Garon, occupa i suoi territori e opprime la popolazione?
    A gozzovigliare!
     
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    Grazie a tutt'e due per i vostri pareri.

    Io credo che, in determinate condizioni, ciò che lega un uomo ad una donna esuli qualsiasi contesto. Come niente può impedire che un chierichetto adolescente provi un rigonfiamento sotto la tonaca alla vista di una prosperosa fedele, non vedo motivo per cui una guardia non possa provare qualcosa di simile o anche di più in guerra

    Del resto l'Imperium è in guerra, la guardia è fatta di uomini e donne. E figlieranno per il trono. Mica abbiamo eserciti di casti a giro per la galassia
     
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