[Gioco]La lancia del vecchio Enoch

Si alza in piedi quando il Vicegovernatore rivolge le parole ai nuovi arrivati. Gira il busto verso la porta che s'è chiusa con un sordo fondo mentre segue la medesima rotazione con l'anca. Poi si sposta il proprio piede destro di mezzo passo mettendo leggermente a disparte tra il Vicegovernatore e i suoi interlocutori e successivamente poggia lievemente la mano sinistra sullo schienale della sedia.
Scruta con attenzione i due uomini, uno dei due sembrerebbe molto giovane, non più di 20 anni, mentre l'altro è evidentemente più grande.
Nel momento in cui il Vicegovernatore Dorn gli presenta agli altri, come un gesto di mera cortesia, li saluta con un cenno del capo.

Quando il Vicegovernatore Dorn ha terminato di rivolgersi ai presenti, Tecontar prende la parola.
"Per me è un onore poter prestare i miei servigi alla Casata Erithias, e ritengo che ogni vostro aiuto sarà prezioso al fine di ritrovare il manufatto che il nostro caro Vicegovernatore tenta di recuperare." Lascia un momento di silenzio e poi riprende "Spero che l'incarico venga portato a termine e con successo." Il tono della voce s'aggrava leggermente in modo tale da sottolineare la parola "successo".
In attesa che quei due uomini rispondesse alla domanda del Vicegovernatore, Tecontar lascia cadere la mano sinistra dallo schienale della sedia e la infila nella tasca dei pantaloni, per comodità.

Mezzo milione di troni non vale la mia vita!
Infatti, la tua vita non vale tanto...
ma non dovresti essere dalla mia parte? Sei nel mio cervello, no?!
Si, si, si... hai bisogno di un reality check, amico.

"Ok, prima di dare la mia risposta vorrei che foste onesto: contro chi o cosa dobbiamo vedercela?"

Per me è onesto.
Tu sei quello che ha detto che la mia vita non vale mezzo milioni di troni! Perché dovrei starti a sentire?!
Perché con mezzo milione di troni potremmo sistemarci?
Si... se ne usciamo vivi. Ma ora mai, rotto per rotto, rompiamolo tutto...

"Sono dentro"

Joseph poggia il proprio armamentario sul tavolo con una faccia disinteressata.

"Non è niente di che, l'arma fa così schifo che le probabilità che si inceppi sono più alte di quelle che io la uccida. Sono giovane, non stupido. Un detto Cadiano dice: "Non sono le armi ad uccidere la gente, è la gente ad uccidere la gente". Il che significa che anche se l'arma ha la sua importanza, è chi l'impugna a fare la differenza"

Joseph guarda stupito la quantità di denaro che gli è stata data dal governatore.
E come direbbe un Cadiano che si rispetti: HOLY SHIT!
E' tempo di shopping, amico mio.
Detto così sembri un po' effemminato... comunque, è davvero tempo di compere.

"Una domanda: quanto tempo abbiamo per rifornirci?"

Ascolta in silenzio lo scambio di battute fra il Vicegovernatore e Joseph e, notando che il vicegovernatore non bada affatto le spese pur di equipaggiare i "suoi" uomini, intuisce che molto probabilmente questo manufatto debba avere un ruolo molto importante per la casata Erithias.
"Un folle collezionista? No, non credo che un individuo possa essere così incosciente da correre un rischio così grande solo per i fini hobbystici. Dopo tutto, stiamo parlando di un furto avvenuto in una villa di una delle casate più influenti di questo sottosettore. Speriamo solo che..." Giunto a questo punto, Tecontar socchiude leggermente gli occhi e cerca di dirottare il proprio pensiero dalle sue paranoie ancora infondate.
Ed adesso, vedendo che Joseph si avvicina e poggia sul tavolo la sua arma ed i suoi equipaggiamenti, intuisce che potrebbe essere un combattente, ma più indisciplinato di un soldato della Guardia.
"Effettivamente non è mantenuta come si deve.." commenta tra sè e sè. E poi rivolgendo a Joseph "Sono Tecontar de I Baciati da St. Sabat. Come ti posso chiamare?" In attesa della risposta di Joseph, Tecontar si rivolge poi al Vicegovernatore Dorn: "Appena avremmo una risposta certa dai suoi uomini, potreste essere così cortese da fornici qualche altro dettaglio circa il furto della Lancia? Inoltre Vi chiedo il permesso di vedere e di poter esaminare da vicino la stanza dove era custodita il manufatto."
Ora rimane in silenzio, in attesa di una risposta.

Lexandro che per TUTTO il tempo dello scambio di battute era ancora a realizzare la cifra, commentandola di battute nella sua lingua natia, che per decenza non riportiamo, esclama
Khar kaz'has! (all'inferno!) certo che sono dentro!
Posa sul tavolo il suo autogun e la sua autopistola, poi porge la mano a Joseph
Ora delle presentazioni! Io sono Lexandro tu sei... No! Non Dirmelo... Schiocca le dita in cerca del nome ...Tu sei Deadpool! Giusto? Qua la mano Moi shakla Kaizòs! (E' un piacere conoscerti)

Poi si rivolge a Tecontar
Eee.... (facendo la voce grave) Tu sei Rob...