| La giornata ideale
Ti svegli di buon’ora e vai in cucina, mentre il servoteschio ti rifà il letto. Il tuo maggiordomo Space Marine ti prepara una robusta colazione a base di pancetta, uova, hamburger, patatine fritte, succo d’arancia, torta al cioccolato e mascarpone, caffè doppio, frullato ipervitaminico, cappuccino, cornetto alla crema e tre mele. E ti ordina di mangiare tutto, soprattutto le mele, perché così vuole l’Imperatore. Buon vecchio Space Marine. Un po’ bigotto a dirla tutta, con quella sua predica giornaliera sul Credo Imperialis che rimane un tantino indigesta (come pure la colazione, a meno di non disporre di tre stomaci). Però ha la tessera premium di tutti i supermercati dell’Imperium e utilizza magistralmente i fornelli grav che rendono leggerissima anche una bistecca di tecnomanzo. Mica come le schifezze che danno ai fanti dell’Astra Militarum! Digerisci un attimo, tipo tre ore, e poi ti prepari per uscire. Arrivato sulla porta vedi fluttuare davanti a te un ombrello. Poi senti la voce di tua moglie, una veggente Eldar, che ti dice di portarlo. Tu guardi fuori dalla finestra e vedi un sole che spacca le pietre dello spirito, ma lo prendi ugualmente. Neanche il tempo di arrivare al parcheggio e scoppia un nubifragio che neanche nel 30°millennio. E le previsioni davano bel tempo fino al weekend. Si sbagliavano tutti. O meglio quasi tutti. Lei no, lei sapeva. Arrivi all’auto asciutto, metti in moto e parti. Dopo pochi metri la macchina si ferma, è finito il carburante. Lei ti aveva avvisato, due cicli fa. Ma tu quella volta non avevi voluto ascoltarla. Stai per dire un’eresia quando senti bussare al finestrinum: è quel Tau del tuo vicino. Ti fa segno di non muoverti (e dove potresti andare senza propellente?) e che pensa lui a tutto. Si allontana un attimo poi torna in compagnia di uno Skitarii e un meccanico Dark Eldar. Il primo, oltre a farti rifornimento, fa una revisione completa e istantanea del veicolo, e appiccica sul vetro il bollino recante la dicitura “Motorizzazione Civile di Marte”. L’altro ti installa un impianto a reazione che trasforma la tua auto in un missile terra-aria. Il Tau paga il conto. Si ferma un attimo a raccontare la solita storiella di un Bene Superiore, tu sorridi e fai sì sì con la testa, lasciando che se ne vada via contento. Guardandolo allontanarsi ti viene in mente una parola, “nedflanders”, ma non sai cosa significhi e non ci pensi più. Manca un’ora e mezza all’inizio della giornata lavorativa, e nonostante tutto sei ancora in tempo. Di media ci vogliono tre quarti d’ora, anche considerando la pioggia e il traffico dovresti farcela senza problemi. Accendi il motore a reazione, per provare che effetto fa. Arrivi in ufficio che non sono passati neanche dieci minuti. Decisamente, hai il tempo per farti una passeggiata, specie ora che il tempo si è rimesso. Guardi qualche vetrina: c’è un negozio di animali che vende cuccioli di Tirannidi, alati o tentacolati, e Lupacchiotti di Fenris, mentre all’angolo una bottega espone costumi teatrali degli Harlequins. Poco più avanti anche un sexy club gestito da una Demonietta molto invitante. L’insegna promette ogni genere di piacere, anche per i palati più esigenti. E di fronte, neanche a farlo apposta, una Basilica delle Sororitas. Sorridi, ironizzando su quale dei due luoghi pensi possa essere il più frequentato. Si è fatto orario, e ti rechi in ufficio, anche se non hai molta voglia di stare a sentire il tuo capo che insiste sul budget, gli obiettivi mensili etc. Invece non fai in tempo a sederti sulla poltrona che entra trafelato un Berserker di Khorne. Urla qualcosa in modo incomprensibile, poi si precipita nello studio del dirigente e gli spacca letteralmente la scrivania addosso. Vagamente capisci che ce l’ha con lui perché ad un semaforo si sono incrociati lo sguardo per qualche istante. Sta di fatto che viene portato via con urgenza da una unità di Blood Angels per una trasfusione, e l’attività lavorativa per oggi finisce qui. Ti rechi nell’ufficio del server centrale, lasci al Necron l’elenco delle comunicazioni da inviare per via telematica, e saluti i colleghi, anche loro felici dell’improvvisa giornata libera. Prima di tornare a casa però vuoi toglierti uno sfizio, c’è un parco a tema sui Cavalieri Imperiali nelle vicinanze, e provi ogni singola attrazione, finchè ne hai le forze. Neanche fosse destino, incontri lì il tuo vecchio compagno di Schola, un’Orko che definire una sagoma comica sarebbe riduttivo. Puzzolenti e stanchi entrate in un Bar Rotzo e ordinate due Bokkali ZuperTozti, e giù di brindizi e rutti. Distrutto rientri nella tua alcova, dove ti accoglie completamente nuda tua moglie. Ha già fatto preparare un bagno caldo per toglierti la spossatezza di dosso(e l’odore, che avverte particolarmente acre). Ha anche registrato il derby di bloodbowl Cavalieri Grigi – Templari Neri. No, non solo quello di quest’oggi, tutti i derby dei prossimi dieci anni. Lei in realtà saprebbe anche i risultati, ma non glieli chiedi. Fate del sesso fantastico, è agile e sinuosa oltre l’inverosimile, e le parole che ti sussurra all’orecchio (o forse sono proiettate nella tua mente?) sembrano suscitarti mille orgasmi. Infine ti addormenti, con un sorriso da ebete sulle labbra. Sembri quasi uno “nedflanders” . Che poi, cosa sarà?
La giornata di merda
Un boato terribile ti fa scattare in piedi sul letto, madido di sudore e con le pulsazioni mille. A circa 320 pollici alla tua destra vedi un foro circolare fumante nella parete. Davanti a te quel rincoionito di tuo nonno, ex Commissario, che ti guarda sprezzante e dice: “ai miei tempi, se io anche solo pensavo che dovessi svegliarti, tu aprivi gli occhi. O non li aprivi più”. Ti ordina tassativamente di vestirti, farti una doccia, e rifare il letto. In quest ordine. E tu esegui alla lettera, riassettando le coperte con gli abiti zuppi, sgocciolando ovunque. Ora devi quindi anche asciugarti e cambiarti di nuovo. Alla fine vai in cucina, ma non mangi nulla. Tuo nonno ha licenziato la Sororitas che, per quanto bacchettona, comunque se la cavava egregiamente nel mandare avanti la casa, e ha assunto una Demonietta. Questa ti si presenta con solo un grembiule addosso, peraltro estremamente rigonfio in basso, due fette di pane, e un bicchiere vuoto. E ti propone un pasto “diverso”. Declini cortesemente l’offerta. Suonano alla porta. Guardi attraverso lo spioncino e li vedi: due Testimoni del Bene Superiore. Che sfracassamento di… Per un istante pensi di uscire dalla finestra, ma ti ricordi dell’ultima volta che l’hai fatto, il giorno che scivolasti su una microfrattura nel warp e ti ritrovasti per un mese ad avere quattro gambe. Meglio lasciar stare. Sospiri profondamente ed esci. Comincia il bombardamento di parole e anatemi da entrambi i lati. Ma dopo una dozzina di minuti riesci a svicolarti, e ti incammini per raggiungere la tua auto, sotto una pioggia incessante. L’hai parcheggiata a 2 parsec di distanza, in direzione opposta a dove devi andare. Non puoi non notare come quello stronzo Eldar del tuo vicino abbia trovato posto proprio davanti casa, e al coperto. Vorresti fermarti a rigargliela ma sai che tanto ha montato lo Scudo Serpente e non funzionerebbe. Alla fine, comunque, arrivi. Fradicio dalla testa ai piedi, visto che quel sempre-più-cojone di tuo nonno ha pure buttato tutti gli ombrelli: “perché un vero uomo non si sottrae al fango e alla pioggia”. Ma gli prendesse un pericolo del warp! Giri la chiave d’accensione e l’auto non parte. Tiri giù un bestemmione che neanche Horus. Uno Space Marine lì vicino ti sente e si avvicina con il requiem in mano, pronto ad aprirti un buco nel cervello. Scendi terrorizzato ed implori pietà, spiegandogli la situazione e le cause dell’errore commesso. Sta per giustiziarti sul posto, ma poi decide di risparmiarti visto che conosce e stima tuo nonno, e si inginocchia a pregare davanti al cofano, recitando un rosario, dicendoti di stare tranquillo che ci pensa lui. A questo punto arriva un Orko e comincia a traffikare con il tuo motore. Butta qualche petzo, aggiunge delle lamiere di metallo, della kolla, sputa tre volte nel carburatore e ci versa del napalm. Senza alcun motivo la macchina riparte. Mentre ti allontani incredulo, seminando olio e appestando l’aria con fumi dello scarico neri come la pece, vedi dallo specchietto l’Orko e lo Space Marines che se le danno di santa ragione per stabilire se a far funzionare l’auto siano state le preghiere o la mekkanika. Arrivi sul tuo luogo di lavoro con un’ora di ritardo. Il tuo capo, un Principe Demone di Khorne ti fa notare la tua mancanza staccandoti la testa e bollendo la tua carne. O meglio, è quello che si accingerebbe a fare, ma per fortuna corri veloce, e riesci a chiuderti nel bagno. Nel frattempo un distaccamento dei Cavalieri Grigi ordina un Exterminatus sul tuo pianeta, si devono essere accorti del Principe Demone… Un lampo accecante illumina il bagno, e senti le pareti tremare. Quando tutto è finito, provi ad uscire ma la serratura è bloccata. Cominci ad avvertire un odore disgustoso diffondersi nella stanza. In uno dei cessi un Nurglino se l’è appena fatta addosso dalla paura. Dalla nausea vomiti e svieni. Dopo tre ore in quella camera a gas, finalmente un Distruttore Necron riesce a squagliare la porta e tu esci, respirando profondamente. Il panorama è spiazzante. Miglia e miglia di deserto, qualche rovina fatiscente, persone ridotte a fantasmi di se stesse che si aggirano senza meta nel nulla più assoluto. Un Dark Eldar carbonizzato in un angolo ti propone una siringa, prima di dissolversi in polvere. Sciami di Tirannidi si avventano sui cadaveri e ne prosciugano gli elementi biologici per nutrirsi e sopravvivere al disastro. L’aria è completamente secca, priva di qualsiasi umidità. In piedi sono rimasti solo due edifici: la villa del tuo vicino, in perfetto ordine, con il giardino in spettroerba magnificamente curato, e la parte inferiore di casa tua, senza più un tetto a ripararla dalla prossima pioggia che verrà. Mentre rientri, l’Eldar ti fa un sorriso a mezza bocca da sotto il suo parasole. Lo mandi a cagare con tutto te stesso. Distrutto, vuoi solo coricarti, ti stendi sul tavolo della cucina, visto che la camera da letto non esiste più, e chiudi gli occhi. Improvvisamente un altro boato. E mentre il sangue ti cola dal buco nella fronte, la voce di tuo nonno è l’ultima cosa che senti: ““ai miei tempi, ero io a dirti se e quando potevi andare a dormire.”
Edited by Zoro84 - 29/4/2015, 15:39 |
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